Una volta indossato, sarebbe molto deludente che svanisca nel giro di poche ore. Il profumo si deve sentire e, soprattutto, deve lasciare la scia. Questa “coda” è come un vezzo che ognuno vorrebbe portare con sé per la maggior parte del tempo possibile. Va detto, però, che la tanto auspicata scia non dipende solo dagli elementi olfattivi di cui è composta la fragranza. È anche influenzata dal proprio tipo di pelle e da altri fattori.
In ogni caso, alcune essenze durano più di altre. Conoscerle e valutarle (l’olfatto è soggettivo e molto selettivo, quindi nulla va mai dato per scontato) è un buon punto da cui partire. Perché, come diceva Coco Chanel, “Il profumo è l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza”.
A chi piace lasciare la scia
Non tutte le persone amano i profumi forti e persistenti. Ci sono anche coloro che si sentono più vicini a miscele discrete e sicuramente meno d’impatto. Quando si sceglie un profumo, a giocare sono tanti fattori, tra i primi, di sicuro, è il proprio carattere. Chi ama lasciare la cosiddetta scia è una persona a cui sicuramente piace farsi notare. Desidera apporre la propria firma ovunque vada e non disdegna di farsi ricordare. L’olfatto, in tal senso, è tra i cinque sensi quello più potente a evocare episodi e persone.
Quando si entra nel mondo dei profumi non esiste un giudizio oggettivo, in grado di valere per tutti. Si tratta semplicemente di gusti e preferenze, messi in moto da tanti fattori. Chi non rinuncia a lasciare la scia e chi, invece, preferisce la discrezione di un cocktail olfattivo più leggero sono semplicemente persone dagli animi distinti.
Come fa un profumo a lasciare la scia
Cos’è che rende un profumo più intenso e duraturo di altri? Bisogna sapere prima di tutto che per loro natura alcune note olfattive hanno gradi di intensità e durata differenti rispetto ad altri. È così, non si può intervenire in alcun modo per variarli. Gli agrumi, ad esempio, come si dice in gergo sono i più evanescenti: vantano un impatto emotivo gradevolissimo ma nella memoria olfattiva hanno destino breve. Altre note invece, come per esempio il patchouli, conferiscono decisione e profondità alla composizione. Durano a lungo ed è per questo che si troviamo tra le note di fondo. Stesso dicasi per alcune note floreali particolarmente intense quali il gelsomino e la tuberosa, o ambrate, legnose e resinose. Poi c’è la famiglia delle aldeidi. Si tratta di molecole di sintesi in grado di evocare lunghe persistenze.
Attenzione alle note
Le essenze meno durature vengono messe tra le note di testa. Il profumo si presenta con queste e poi, mano mano che passa il tempo, ne introduce altre. Proprio perché durano poco è quello il loro posto, altrimenti si confonderebbero con altre. Al contrario, le essenze più persistenti, sono poste in coda proprio per fare la cosiddetta scia più duratura. Non possono stare in testa, altrimenti prenderebbero il sopravvento su tutta la piramide olfattiva.
Se piace una fragranza con problemi di poca scia, uno stratagemma consigliato dagli addetti ai lavori è quello di orientarsi su formule ad alta concentrazione. Quindi evitare le eau de toilette e le eau de cologne, preferendo, invece, le versioni parfum ed eau de parfum.
Non dipende solo dalle essenze
La durata di un profumo non dipende solo dalla sua piramide olfattiva. A incidere sono anche il pH cutaneo, il tipo di pelle, le condizioni del clima e ambientali. Anche lo stato di salute di chi lo indossa può determinare importanti variazioni. Importante, poi, non lasciarsi prendere dall’entusiasmo iniziale. Una volta applicato, è necessario aspettare un bel po’ prima che il profumo si riveli per intero e capire, dunque, se piace davvero.